Siamo partiti in pullman alle 6.00” armati”di bandiere e striscioni.
Già nel mezzo di trasporto abbiamo iniziato a scandire slogan intervallati da battute sommesse delle mani cercando di non alzare la voce per non disturbare troppo l’autista: Berlusconi,pezzo di m….,Gelmini vaffa…..,La scuola è di tutti,Giù le mani dalla cultura, Sul sapere non facciamo sconti. Eravamo "arrabbiati" scandivamo le frasi pur coscienti che in pullman erano, diciamo,inutili.......
Gelmini,gelmini regina dell’ignoranza ecc ecc. Via spediti verso Roma ma già sull'autostrada ci siamo subito resi conto che saremmo arrivati con un notevole ritardo visto che, per la presenza di tantissimi pullman, si procedeva a rilento. Una sola sosta. Anche l’autogrill era intasato di mezzi e di gente, file enormi per le toilette e per un caffè….. alla fine siamo ripartiti rinunciando al caffè ma supercaricati poiché ci siamo accorti che l'onda avrebbe sommerso la Capitale.
Non importava che non si fosse conquistato la testa del corteo, per noi era importante esserci.
Il nostro autista ha deviato e ci ha fatto scendere, prima con il tram,poi a piedi abbiamo raggiunto le strade stracolme di persone.
Diversi pullman sono rimasti bloccati sul Grande Raccordo Anulare, le Metro erano gremite di giovani che cantano con i genitori che li accompagnano. Docenti, ma anche anziani, affollavano i vagoni che si dirigevano a Piazza della Repubblica.
La Piazza era strapiena di persone, i colori degli striscioni stridevano col grigio delle nuvole e i cori non cessavano mai. “La Cultura fa paura”. Non passavano inosservati striscioni e manifesti di protesta, e tra i tanti ne ho individuato uno veramente ben fatto: quello della “Beata Ignoranza”.Un’immagine–santino della gelmini(si gelmini con letterina minuscola) con tanto di preghiera dietro l’effige
Ma lo sciopero non ha coinvolto solo la città di Roma.
Dalle Alpi al Gennargentu, la protesta è dilagata.
Un milione di persone a Roma,200 mila a Milano, 50 mila a Torino, 30 mila a Genova, 50 mila a Palermo, 20 mila Catania, 40 mila a Bologna, 10mila a Venezia, Messina e Trapani e poi Napoli, Cagliari, Catanzaro, ecc. ecc È una marea umana quella che si è riversata nelle città italiane in occasione dello sciopero generale della scuola indetto dai sindacati confederali insieme a Gilda, Snals Confsal scuola. Dopo settimane di mobilitazione montante e con l’approvazione definitiva data dal Senato al decreto Gelmini [ora legge dello stato] il dissenso si è riversato spontaneamente nelle piazze, lasciando deserte scuole e università [l’adesione allo sciopero ha raggiunto circa il 90 per cento, fanno sapere i sindacati].
Era raggiante Domenico Pantaleo, il segretario della Flc Cgil, che da piazza del Popolo, dove si è concluso il corteo romano, ha “ammonito il governo”: “le piazze non si fermeranno finché non verranno rivisti i decreti sulla scuola – ha detto dal palco Pantaleo – e per questo chiediamo a Gelmini e a Berlusconi di avere rispetto della protesta. Perché è nelle piazze che sta il Paese vero, quello che chiede un futuro diverso che non sia fatto di precarietà”. Dalla testa del corteo romano, Pantaleo aveva parlato di una “manifestazione straordinaria per la partecipazione e per l’articolazione dei soggetti, perché ci sono le organizzazioni sindacali, i lavoratori, le famiglie, gli studenti”.
Un’articolazione estremamente varia – in effetti- quella della piazza romana. Professori, studenti e moltissimi universitari – partiti in corteo dalla Sapienza, dove varie facoltà sono tuttora occupate e dove l’assemblea d’Ateneo degli studenti in mobilitazione ha discusso delle aggressioni condotte il giorno prima dello sciopero dai militanti del Blocco studentesco ai danni di alcuni studenti medi in piazza Navona. “Ribadiamo con forza che il movimento che in queste settimane sta travolgendo il Paese – hanno scritto gli universitari della Sapienza – non accetta alcun tipo di strumentalizzazione, men che meno da formazioni di stampo squadrista e razzista, che nulla hanno a che fare con la composizione degli studenti in mobilitazione.
La nostra indipendenza e irrappresentabilità va di pari passo con il nostro anti-fascismo”.E’ stato impossibile contenere la marea, o meglio l’onda scesa in piazza , all’interno del percorso del corteo: i manifestanti hanno bloccato l’intera città. Centinaia di migliaia di studenti- partiti dalle scuole occupate e dalle università – si sono recati davanti al ministero dell’Istruzione. “Migliaia di studenti hanno deciso di seguire percorsi alternativi da quello ufficiale – raccontavano dal corteo – sia per differenziarsi dalla piattaforma sia perché c’è un livello di proliferazione incontenibile dal percorso stabilito. E’ una risposta forte anche rispetto alle provocazioni di piazza Navona". Il ministero è stato simbolicamente circondato dal corteo di studenti e poi via verso Piramide,Trastevere e infine la città universitaria.
Dalla mia città sono partiti più di 150 pullman. si calcolano quasi diecimila persone a Roma , chi è rimasto in città ha dato vita ad un'altra manifestazione, come ormai accade da giorni,
Napoli, infatti, mi hanno riferito i miei amici rimasti in città e poi dal TG rai regione,è stata attraversata da diverso piccoli cortei che hanno bloccato il centro storico,soprattutto a ridosso della zona universitaria. Li ,hanno seguiti assemblee nelle università occupate: L’Orientale, Veterinaria, le facoltà di Lettere e Sociologia della Federico II e Palazzo Corigliano.
UNA VERA E PROPRIA PACIFICA RIVOLTA CONTRO IL FURTO DELLA CULTURA.
LA SCUOLA E' IL FIATO, L'ELEMENTO VITALE DELLA SOCIETA'
NOI NON MOLLEREMO MAI.
3 commenti:
Sempre più combattiva Miriam, mi piaci , ti batti energicamente per una causa giusta.
Sono con te. Ciao!
MI POTEVI AVVISARE CHE CI INCONTRAVAMO...........
@ Mimmo
Non ci ho pensato Mimmo, magari la prossima volta.... dimmi ma c'eri anche tu? Ciao
@ Carlo
Carlo, spero che farai lo stesso anche tu, l'attività di blogger è importante, ma noi dobbiamo battere il tasto soprattutto nella realtà che ci circonda, nella società civile.Io lo faccio sempre quando he ho l'opportunità. Ciao e grazie!
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