E' morto a 89 anni Alexander Solgenitsyn, lo scrittore russo dissidente e premio Nobel per la letteratura autore di "Arcipelago gulag", che ha rivelato al mondo l'orrore dei campi di prigionia nell'Urss sotto Stalin.
Aleksandr Solgenitsyn è da considerarsi, per molti aspetti, il più rappresentativo scrittore russo della seconda metà di questo secolo. Ma il suo Paese lo ha anche vissuto come un traditore, un reprobo.
L’uomo del dissenso, lo scrittore ”contro”, il premio Nobel per la Letteratura, l’autore, su tutti, di Arcipelago Gulag e Una giornata di Ivan Denisovic, privato della cittadinanza russa nel 1974 ed espulso dall’Urss, l’eroe recluso per oltre 10 anni, dal ’45, nei campi di concentramento staliniani reo di aver alluso in una sua lettera in modo improprio a Stalin stesso, era anche l’uomo del ragionamento lucido, realistico, concreto, che affondava le radici nel presente.
Andò poi a vivere negli Stati Uniti dove rimase fino al 1994. Anche nei suoi anni occidentali, lo scrittore aveva continuato a distanza la sua critica aspra all’Urss, basata sull’esperienza personale e sulla forza della sua scrittura. Tornato in patria però Solgenitsyn, il cantore dei Gulag, non ebbe quella calda accoglienza che forse si aspettava e l’ostilità nei suoi confronti rimase. Tanto più alimentata dalle sue ultime opere in cui il premio Nobel tornava a criticare il potere dei nuovi oligarchi e la decadenza della Russia contemporanea. Inoltre aveva appoggiato in modo dichiarato la chiesa ortodossa e condannato anche nel 1999 i bombardamenti della Nato in Serbia nella guerra dei Kosovo, paragonandoli a quelli di Hitler.
Non si è sottratto,come affermato in precedenza, negli ultimi anni della sua vita di biasimare le nuove oligarchie del suo Paese ma anche dei paesi occidentali.
Credo che Aleksandr Solgenitsyn se fosse stato tedesco o italiano sarebbe stato lo stesso un grande.
Egli rappresenta l’emblema al pari di Primo Levi, della voce del dissenso contro ogni dittatura, contro ogni tipo di barbarie da qualunque ideologia essa possa scaturire. Le dittature,le sopraffazioni, i vilipendi della dignità dell'uomo vanno condannate tutte, senza se e senza ma.
La storia non si scrive facendo il tifo per una parte o per l'altra.
La storia è un susseguirsi di fatti provati che vanno analizzati cronologicamente nel contesto storico in cui avvengono.
Tra i suoi aforismi più celebri ricordiamo:
«Per un paese, avere grandi scrittori è come avere un altro governo. Questo è il motivo per il quale nessun governo ha mai amato i grandi scrittori, ma solo quelli minori».
«La fretta e la superficialità sono le malattie psichiche del ventesimo secolo, e più di ogni altro posto si riflettono nella stampa».
E ancora: «Un uomo d'ingegno sa di possedere sempre molto, e non si rammarica di doverlo dividere con altri».
4 commenti:
Stima profonda per colui che parlò dei gulag e della repressione rossa.
Condanna assoluta per tutte le dittature....
Che belli gli aforismi....
e quel " La storia non si scrive facendo il tifo per una parte o per l'altra.
La storia è un susseguirsi di fatti provati che vanno analizzati cronologicamente nel contesto storico in cui avvengono.
e quel " E’ proprio così. Ciao!
omaggio doveroso e sentito per una delle penne e delle menti più innovative degli ultimi decenni. Ci sono cose che vanno al di là del mero spartiacque politico: l'arte e l'artista è di sicuro tra queste.
Ciao Calogero,si lo scrittore russo è stato un grande.Ti ringrazio del commento.
Volevo commentare il tuo post sul tuo blog, quello dei pensieri d'autore sull'amore, davvero molto belli, una ricerca profonda per un omaggio al più grande motore che muove il mondo, senza il quale tutto sarebbe vano.Sei stato davvero bravissimo.
Non sono riuscita,purtroppo, ad entrare nell'area commenti,il cursore (di colore rosso sul tuo blog) non entra e non permette il collegamento.
Magari più tardi ci riprovo. Ciao!
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