Dal Corriere della Sera:
Alcuni sono in cassa integrazione. Qualcuno è stato licenziato. Altri sono stranieri. «Non abbiamo i soldi per pagare la retta della mensa scolastica ai nostri figli», spiegano i genitori. Risultato: niente pasti ai bambini. In tutto sono 432 le famiglie che non hanno versato il contributo per i pranzi all’istituto comprensivo Mauri di Pessano con Bornago. «E ora non sappiamo più come dare da mangiare agli alunni», dice il preside Felice Menna.
E il Comune? «Purtroppo non possiamo farci carico dei disagi di tutte le famiglie. E non sarebbe giusto aumentare la retta a chi già paga», si difende l’assessore all’Istruzione Monica Meroni. Per il momento a 34 bambini è stato tolto il pasto, «quelli che sono più in ritardo con il pagamento – continua il preside - . E il rischio è che anche a tutti gli altri sia, a breve, vietata la mensa. È assurdo». Tempo di crisi e a farne le spese sono i soggetti più deboli. La vicenda comincia a settembre. C’è chi non paga la retta già dall’inizio dell’anno scolastico. E con il trascorrere dei mesi il loro numero aumenta. Si parla di un buco da 78 mila euro. La Dussman service, la società che fornisce il servizio, sollecita i pagamenti. Ma senza risultato.
I genitori si giustificano: «Non abbiamo i soldi». E alla fine la decisione estrema: niente pasto a chi non paga. Dal 20 aprile, 34 bambini non possono più accedere alla mensa. «Chi può torna a casa per pranzare, ma non tutti i genitori riescono a venirli a prendere ». E una quindicina di alunni, rimane nell’istituto, senza poter mangiare. «Tutti frequentano la scuola dell’obbligo. È una situazione drammatica». Tanto da rendere necessario l’intervento del corpo docente.
In un consiglio d’istituto straordinario gli insegnanti hanno deciso di rinunciare al loro pasto per darlo agli studenti. C’è chi digiuna o chi si accontenta di un panino. «Ma i bambini devono mangiare, è un loro diritto». La situazione rischia di precipitare: «E se, in futuro, tutte le famiglie non riescono più a pagare, cosa accadrà?». La speranza di Menna è che i genitori riescano a trovare «anche dieci euro per fermare il provvedimento». E si appella al Comune: «Faccia un passo indietro». Ma non è così semplice. «Perché questa situazione va avanti da troppo tempo», spiega l’assessore. Fino al 2008 c’era un buco da 50 mila euro. «Adesso bisogna aggiungerne altri 28 mila: non riusciamo a coprire il debito solo con la nostra cassa». Così la decisione di sospendere la mensa ai ritardatari. «Lo so, è triste ma non c’erano altre soluzioni. Senza contare che il contributo per la mensa scolastico è minimo». E sul caso prende posizione anche la Cgil scuola. «Lo stato di morosità delle famiglie non può essere motivo di impedimento al regolare svolgimento delle attività didattiche». In gioco ci sono anche «i diritti all’istruzione e all’infanzia che dovrebbero essere garantiti a tutti. Anche a chi non paga».Corriere.it
Ma che Paese è mai questo?
L'amministrazione comunale è retta dal centrosinistra , lo faccio notare a scanso di equivoci, ma non si deve guardare al colore di una giunta.
Occorre qui interrogarci su che binari sta viaggiando la nostra società.
I tagli agli enti locali fatti dal governo non permettono più a questi di organizzare ed offrire servizi sociali, almeno per chi ne ha più bisogno, tanto da lasciare senza pasto dei bambini.
“La manovra finanziaria 2009, presentata dal governo Berlusconi, ha le caratteristiche di una manovra depressiva sull’economia e la società, inadeguata ad affrontare i problemi del Paese. Ponendo in gravi difficoltà gli enti locali, si sono creati nuovi problemi ai cittadini e alle famiglie che vivono una situazione, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli della popolazione, drammatica e priva di prospettive per il futuro.
Da questa manovra di bilancio sono stati colpiti i lavoratori, i pensionati, le famiglie, il ceto medio, e non sono indicate previsioni positive che consentano di alleviare gli effetti pesanti di una crisi internazionale e nazionale che falcidia i redditi, il potere d’acquisto e mette pericolosamente in discussione la coesione sociale.
La Finanziaria del Governo ha fatto crollare la spesa per investimenti che, è bene ricordare, è per il 70 per cento effettuata dagli enti locali, con buona pace delle auspicate nuove prospettive di sviluppo economico e sociale, di un aumento della competitività del Paese affinché si allinei a quella degli altri Paesi europei. Non solo.
Da questa manovra di bilancio sono stati colpiti i lavoratori, i pensionati, le famiglie, il ceto medio, e non sono indicate previsioni positive che consentano di alleviare gli effetti pesanti di una crisi internazionale e nazionale che falcidia i redditi, il potere d’acquisto e mette pericolosamente in discussione la coesione sociale.
La Finanziaria del Governo ha fatto crollare la spesa per investimenti che, è bene ricordare, è per il 70 per cento effettuata dagli enti locali, con buona pace delle auspicate nuove prospettive di sviluppo economico e sociale, di un aumento della competitività del Paese affinché si allinei a quella degli altri Paesi europei. Non solo.
I tagli alla spesa corrente e dunque anche alla spesa sociale, per meccanismi tecnici burocratici e iniqui, si sono risolti in un generico ‘colpire nel mucchio’, producendo un anomalo e paradossale risultato: si mettono in sofferenza gli enti locali amministrati in modo più virtuoso.
I comuni si sono visti vedere ridotti la capacità di rispondere ai bisogni sociali della popolazione, poiché questi bisogni e i relativi servizi sociali non sono assolutamente comprimibili in una realtà dinamica e in profonda trasformazione.
I comuni sono stati coostretti ad inventarsi le più disparate soluzione per far fronte alle spese : dall'aumento delle multe alla creazione di nuove e "creative" infrazioni, come quella di multare chi mangia un panino sulle scale di una chiesa o di altro edificio pubblico.
Ma evidentemente non basta se non si hanno i soldi per assicurare un pasto ai figli di chi si trova in condizioni "disperate".
Si sono fatti tagli per i servizi ai cittadini, alla scuola,alla sanità,alle forze dell'ordine,ai fondi sociali per i disabili,all'ambiente, alla ricerca e all'innovazione scientifica e tecnologica.
Di contro si sono dati e si continuano a dare soldi alle banche e alle varie lobby di potere, non si accorpa un referendum per risparmiare 400 milioni e... continuano gli sprechi nell'utilizzo delle risorse pubbliche ad opera dei colletti bianchi e delle auto blu. Si continuano a mantenere enti inutili,si cercano di aumentare invece di diminuire comunità montane e province.(nelle promesse elettorali ne era stata annunciata l'eliminazione).
E non si fanno mangiare i bambini...
E' stato detto che stiamo uscendo dalla crisi...crisi che fino a due mesi fà il premier diceva di essere ottimista e che non era grave... poi di colpo ne stiamo uscendo...
E non si fanno mangiare i bambini...
La crisi, come di consueto,la stanno pagando i più deboli, mentre chi ha speculato continua beatamente a farlo.
Ma in che Paese viviamo?
8 commenti:
buon primo maggio (con gli occhi aperti)
è agghiacciante tutto questo.
@ giardigno 65
ricambio gli auguri del 1°maggio...
(gli occhi li terremo sempre aperti.. almeno ci proviamo)
Ciao!
@ antonio
si è davvero agghiacciante,per questo ne ho parlato.
Quando ho letto le agenzie che davano l'informazione sono stata colta da una tristezza infinita.Ciao!
Buon 1° maggio!!!
good start
Perche non:)
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