“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”. (Bertolt Brecht)

mercoledì 8 luglio 2009

G8, 'Yes We Camp' parte la protesta degli abruzzesi




'Yes we camp!' Questa la grande scritta di protesta, con lettere di plastica, che alcuni comitati cittadini hanno sistemato sulla collina di Roio che domina l'autostrada A24 dell'Aquila e il parcheggio di scambio utilizzato dai giornalisti che seguono i lavori del G8.

Se ne accorgerà anche Barack Obama. Perché la protesta degli abruzzesi fa il verso proprio alla famosa frase del presidente americano. La protesta dei comitati è per riportare l'attenzione sulla popolazione sfollata dopo il terremoto.


"La gente pensa che la ricostruzione sta procedendo liscia, che gli aquilani sono già tornati nelle loro case e invece 'Yes we camp', siamo tutti accampati, a tre mesi dal sisma", dice Mattia Lolli, del Comitato 3e32.

I manifestanti, alcune decine di giovani, sottolineano che non ce l'hanno con il G8, ma che la loro "battaglia" è finalizzata esclusivamente a informare l'opinione pubblica "che le cose all'Aquila non vanno come dicono, perché la ricostruzione non è mai partita, e, sotto le tende, le persone più anziane stanno morendo". "Vogliamo soltanto dire la nostra - spiega Lolli - su un processo di ricostruzione che invece ci viene imposto dall'alto.

Quello che è mancato finora è l'ascolto: vogliono far vedere che va tutto bene, procede tutto a tempo di record, mentre finora non è successo letteralmente niente. Le nostre case stanno come stavano la notte del 6 aprile dopo il sisma, sono cioé distrutte, e gli unici lavori che abbiamo visto procedere spediti sono quelli per l'organizzazione del G8".

I rappresentanti dei vari comitati cittadini che stanno animando l'iniziativa sulla collina di Roio sottolineano però che "il nostro è un problema molto più grande del G8: qui c'é in ballo il nostro futuro, il futuro della nostra città".

I manifestanti chiedono anche che le loro istanze non vengano considerate "di parte. Non vogliamo essere strumentalizzati e, in questi casi, il rischio è dietro l'angolo". Anche per questo, dicono, non parteciperanno alla manifestazione nazionale prevista per il 10 luglio, giorno di chiusura del vertice. I comitati cittadini, che oggi hanno distribuito volantini in inglese alla stampa internazionale, hanno in programma anche altre iniziative: tra queste la requisizione simbolica di alcune delle circa "5000 case sfitte che non vengono assegnate agli sfollati".

IL TESTO DEL VOLANTINO DISTRIBUITO AI GIORNALISTI

Yes, We Camp! è il grido di denuncia della gestione scellerata dell’emergenza post-sisma.
Per la prima volta nella storia recente dei terremoti dopo tre mesi la popolazione è ancora sotto le tende e ci dovrà stare, secondo i piani del Governo, ancora per molto.

Yes, We Camp! per smascherare le mancate promesse del presidente del consiglio. Dopo tante parole nessun fatto. I provvedimenti sono del tutto insufficienti, i soldi stanziati troppo pochi.

Yes, We Camp! per urlare tutti fuori dalle tende, ora! Si requisiscano le case sfitte o invendute, si installino container, roulotte, casette di legno.

Yes, We Camp! per affermare che tutti gli aquilani debbono tornare all’Aquila. Non si pensi a settembre di sistemare un solo abitante fuori dal proprio comune, in alberghi della regione. Ci opporremo a questa deportazione con ogni mezzo necessario.

Yes, We Camp! per constatare che si sono persi inutilmente tre mesi: nessuna opera di ricostruzione, solo lavori per il G8.

Yes, We Camp! per denunciare il processo di devastazione ambientale e sociale del nostro territorio perpetrato mediante la localizzazione del piano C.A.S.E. Non vogliamo una grande new town diffusa!

Yes, We Camp! per informare tutto il mondo del processo di militarizzazione e confisca degli elementari diritti costituzionali nei campi: di informazione, di riunione, di espressione.

Yes, We Camp! vuol dire 100% ricostruzione, trasparenza, partecipazione. Non accettiamo decisioni prese dall’alto che non hanno a cuore al bene del territorio ma vanno a beneficio delle solite clientele e speculazioni.

Yes, We Camp! è la nostra ironia per dire a tutti che siamo vivi e determinati a difendere e far rinascere la nostra Terra.
La targa all’ingresso del Castello dell’Aquila è ancora intatta.
La apposero i dominatori spagnoli nel cinquecento e recita: “ad reprimendam audaciam aquilanorum”

Neanche stavolta l'audacia degli aquilani sarà repressa!!!

Ad maiora!





2 commenti:

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

Fanno bene non devono mollare!

Pino Amoruso ha detto...

"Gran bella scritta"...Diranno che a protestare è una minoranza.

"L'uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che deve fare marcia indietro e la fa. Quando riconosce un errore commesso, se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze e chiede scusa. Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e glielo dice. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura." (da "Il Sindaco del Rione Sanità" Eduardo De Filippo)

Un pò di cambiamenti

Curando un altro blog di politica "La sinistra che Vogliamo " insieme ad un gruppo di amici blogger,questo blog è in effetti una "fotocopia" dell'altro.Per tale motivo ho deciso di apportare alcuni cambiamenti soprattutto nei contenuti.
La politica analizzata criticamente,secondo il mio punto di vista, sarà sempre presente ma,accanto ad essa cercherò di discutere anche di altre tematiche che riguarderanno la società e l'individuo,il pensiero speculativo antico e moderno,i problemi del nostro tempo che possono anche travalicare il campo della politica come "fatto" in se.
Spero di essere compresa da chi mi legge
B L O G I N
R I S T R U T T U R A Z I O N E

VASCO ROSSI _BASTA POCO_